L' Associazione
La nostra storia
L’Associazione italiana fra gli studiosi del processo civile è stata costituita a Firenze il 12 gennaio 1947 ad opera dei maestri Enrico Redenti, Piero Calamandrei e Francesco Carnelutti.
Enrico Redenti ha presieduto l’Associazione fino alla morte, nel 1963. A lui sono succeduti, in ordine temporale, Tito Carnacini nel 1963, Enrico Tullio Liebman nel 1983, Enrico Allorio nel 1987, Elio Fazzalari nel 1992 e Federico Carpi nel 2011. Dal 2019 la carica di presidente è ricoperta da Paolo Biavati.
Al fine di dare compimento al proprio scopo sociale, ossia di promuovere la collaborazione fra gli studiosi del processo civile e di dare impulso agli studi della materia e alle indagini di politica legislativa volte alla revisione e al perfezionamento degli ordinamenti processuali in conformità alle pratiche esigenze, l’Associazione, nel corso del tempo, ha accolto studiosi non solo della scuola, ma anche della giurisprudenza e del foro.
Il lavoro dell’Associazione – guidato dai consigli direttivi via via eletti dall’assemblea dei soci – si è fondato sulle robuste, indeclinabili basi della processualistica italiana della prima metà del secolo scorso, ed è progredito approfondendo la struttura del processo, le sue componenti, i contenuti derivanti dal nuovo assetto costituzionale italiano, dalla sua partecipazione all’Unione europea e dalla trama delle convenzioni internazionali.
Dalla fondazione ad oggi è invalsa la consuetudine di indire, di solito con cadenza biennale, un convegno di studio, destinato ad affrontare, nel tempo, i temi fondamentali del processo civile.
L’Associazione ha accolto nei propri “Quaderni” gli scritti di numerosi studiosi, fra i quali è possibile citare le opere di Cappelletti sulla giurisdizione costituzionale, di Vellani sulla cosa giudicata, di Verde, sull’intervento nell’espropriazione forzata, di Romagnoli sulle associazioni sindacali nel processo, di La China sull’esibizione della prova.
L’Associazione è retta da uno Statuto, che, oltre ad enunciare il suo scopo sociale, delinea la sua struttura organizzativa. Lo statuto, originariamente approvato nel 1952, ha subito due successive modificazioni: la prima nel 1989 ad opera della comune volontà di Enrico Allorio, Federico Carpi, Vittorio Denti, Giuseppe Franchi, Eduardo Grasso, Crisanto Mandrioli e Giuseppe Tarzia e la seconda nel 2011 in occasione del convegno di studio tenutosi a Urbino. In specie, la modifica del 2011 ha previsto che tutte le cariche associative abbiano una durata prefissata e siano quindi ricoperte a rotazione.
Alla data del 31 ottobre 2020 l’Associazione consta di 293 soci ordinari, di 9 soci onorari e 25 soci corrispondenti stranieri.